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Spinti dal ritorno alle origini, abbiamo deciso di investire sulla terra, 

per partire da dove avevamo lasciato

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“La vita delle nostre famiglie, quella attuale e quelle di origine, sono intrise di profumo di bergamotto. Mio padre, che faceva prevalentemente il bracciante agricolo, guidando una squadra per la raccolta di bergamotti e collaborando poi con le squadre di rimonda dei suoi fratelli, mi aveva portato, già a sei anni, alla festa per la raccolta del bergamotto, che avevano organizzato gli zingari, che costituivano la sua squadra, in quanto, avrei appreso dopo, i “gnuri”, proprietari del terreno, in dissidio con i coloni, non intendevano farlo. Fu una bella festa, terminata la raccolta, con l’ultimo bergamotto staccato da Totonno, il più giovane dei raccoglitori, tutti a mangiare il pesce stocco con patate preparato da mia mamma. Quel giardino era sito in contrada Scappatura di Cannavò. Da allora in poi tutta la mia vita fu scandita dalle fasi di coltivazione, raccolta e lavorazione del bergamotto, perché una volta diplomato, finì a lavorare negli uffici della Vilardi, di proprietà dei famosi essenzieri.

Anche Mariella, ancora piccola, cresceva all’ombra ed al profumo del bergamotto. Il nonno era il magazziniere dei Vilardi e si preoccupava anche della raccolta nei fondi di Spirito Santo, condotti dagli altri coloni. Mariella racconta sempre di come nonno Pietro trattasse i bergamotti, uno a uno, come l’oro nella carta. Appunto oro era negli anni della nostra infanzia. Basti pensare che con il suo cascolo, tutti i bambini della vallata del Calopinace, avevano tutti i giorni il gelato garantito, per tutti. Quasi alla laurea anche lei andò a lavorare nella Vilardi, nel laboratorio di analisi alimentari.

Poi nacque la nostra famiglia, Francesco, Pasquale e Benedetta, noi scegliemmo altre strade professionali, ma l’ombra ed il profumo del bergamotto non ci hanno mai lasciati. Mariella, avendo continuata la tradizione della produzione del bergamino, io, per non aver mai voluto lasciare completamente il settore, impegnato nei cda e nei collegi sindacali, di aziende della filiera, oltre che della Stazione Sperimentale delle Essenze e del Consorzio del Bergamotto. Quando Francesco mi disse di voler comprare quel giardino di contrata Scappatura, pensai commosso a mio padre, a mia suocera, a nonno Pietro ed a tutti i nostri avi, da sempre "mbriacati" di bergamotto, e benedissi, ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, i miei figli.